Eventi di aprile

lunedì 28 aprile alle 18,00
alla libreria Pangea
Alessio Dimartino presenta il libro

"C'è posto tra gli indiani"
Giulio Perrone Editore
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Un'auto in fiamme che corre lontano. Una rissa tra spacciatori magrebini con un cocker di troppo tra i piedi. Una madonna appesa al muro che raccoglie ringraziamenti per episodi salvifici nei quali, forse, non ha avuto poi ‘sto gran peso. Una comparsa di Cinecittà morta da un bel po' ma ancora frequentatrice di bar. Una partita di tennis decisamente fuori tempo massimo. Una veglia funebre tra narghilè, birra speziata e un malinteso di fondo. Un uomo anziano vestito in modo impeccabile che non si capisce davvero da dove spunti fuori. Il padre di un caro amico che non avrebbe mai dovuto scomparire e invece è scomparso. Una donna amata ormai assente, ma più presente di quando era presente. Uno zingaro troppo cresciuto e dalla memoria troppo lunga. Uno zaino abbandonato con dentro un ricordo che ancora sanguina. Ad attraversare tutto ciò, in una notte che ha il sapore ferroso delle ultime cose, un uomo deciso a uccidersi. E infine una misteriosa presenza alla quale consegnare un cane e una confessione episodica, frammentata, su quello che è andato storto, sul perché, il percome e a chi attribuire le eventuali colpe. E sorprendersi nello scoprire che ai raggi del primo sole un posto tra gli indiani, forse, è rimasto.

Marcello si fa di eroina, ma con parsimonia. Lo tiene in vita, al caldo. Come entrare in un pane appena sfornato, avere dieci orgasmi simultanei o dare il massimo in una prestazione sportiva. Marcello fa il veterinario solo perché suo padre voleva facesse il medico e toccava ubbidirgli, ma lui, per dispetto, l'ha fatto solo a metà. Sopprimere o tenere in vita un cane o un pappagallo non fa differenza, è solo una questione di chimica. Marcello si sente un pessimo veterinario e un pessimo uomo quando sente il campanello suonare. E prima che suoni ha deciso di uccidersi, perché «uccidersi è il coraggio che scende sulla terra e si fa carne, gesto disperatamente, genuinamente umano». Alla porta, un uomo gli dà in custodia un cocker fulvo piuttosto in carne ma inappetente. Ma di quell'uomo e di quella consegna Marcello non sa nulla. Chi è l'elegante e sconosciuto anziano convinto di aver assolto al suo compito lasciandogli quella bestia? E poi, per conto di chi? L'ospite indesiderato, però, non dovrà interferire con i piani di quella notte: con il cane al guinzaglio Marcello percorre la strada che lo porterà nel luogo dove ha deciso di farla finita. Ma in un universo tanto grande è inevitabile che accadano degli incidenti. E quella è una notte fitta di incidenti. Così inizia una peregrinazione zoppicante che lo trascina in un imbuto di incontri, allucinazioni e ricordi. Bar aperti tutta la notte, risse di spacciatori, bande di pakistani che vendono sigarette senza permesso, barboni che non accettano l'elemosina, un padre riemerso da un'immersione durata anni, e troppe esistenze che hanno iniziato a morire da parecchio tempo. «Se questa storia fosse un film sarebbe uno di quelli in bianco e nero, con la macchina da presa che accarezza caffettiere arrugginite senza caffè e letti sporchi e scombinati». Una storia illuminata solo da un neon intermittente che incalza e brucia ogni tappa e dove, dopo i titoli di coda, da qualche parte, potrebbe esserci un nuovo inizio.

Alessio Dimartino è nato a Roma, dove tira a campare tra il lusco e il brusco. Ha pubblicato due romanzi: Tutti vivemmo a stento (2010) e Il professore non torna a cena (2012).

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