Eventi di febbraio

sabato 28 febbraio alle ore 17,30
alla libreria Pangea
presentazione del volume

"Civetta
Pionieri sulla parete 1986-1911
"
opera postuma di Vincenzo Dal Bianco
casa editrice Nuovi Sentieri
saranno presenti Dante Colli, Alessandro Masucci e Bepi Pellegrinon
invito

Si è spento a Padova, a 86 anni, Vincenzo "Tìti" Dal Bianco. Il suo nome è legato in particolare al rapporto di grande e sincera amicizia con l'ambiente e i monti agordini fin dal 1942 e mai venuto meno. Un legame che, al di là dell'aspetto puramente alpinistico, fatto di alcune non trascurabili salite e vie nuove in Moiazza e Civetta, è sancito soprattutto da un amore viscerale per la Civetta, specie per la sua straordinaria parete nord-ovest, cui ha dedicato una serie di fondamentali opere letterarie, che costituiscono la bibliografia essenziale per la conoscenza storica della "parete delle pareti". Su tutte vanno ricordate "Monte Civetta" (1956), "Civetta-Moiazza", in collaborazione con Giovanni Angelini (1970 e 1984), "Civetta. La soglia dell'impossibile: Solleder e Lettenbauer", (2000, con cui ha vinto il premio Gambrinus 2001) e "Civetta. La rivincita dei triestini. La via di Comici e Benedetti" (2004). Queste ultime due edite da Nuovi Sentieri di Bepi Pellegrinon, con cui era amico e collaborava da cinquant'anni.

Nato nel 1928 a Treviso, Dal Bianco nel 1942 si trasferì con la famiglia ad Agordo. Manifestò subito una grande passione per la montagna, confermandola fin dalle prime uscite estive e invernali sui monti di Agordo. Finita la guerra, strinse una solida amicizia in particolare con Oddone Topo Zasso e Armando Tama Da Roit: fu un incontro decisivo. Topo, alpinista di rango, è stato il suo primo compagno di corda e «con lui», come ricordava, «provavamo da apprendisti a imitare quelli già esperti sulle vicine pareti dell'incombente Moiazza».
Da Roit, la famosa guida della Civetta, lo convinse a seguirlo in quella che diventerà la montagna della loro vita. Ripeté quasi tutte le vie di Tissi e di altri grandi come Alvise Andrich e Gino Soldà, aprì alcune vie nuove e fece altre salite di difficoltà minori anche in altri gruppi (Catinaccio, Marmolada, Cinque Torri...), alternando tale attività a un puntiglioso lavoro di ricerca, esplorazione e verifica, in particolare sui Cantoni di Pelsa e nelle altre diramazioni del gruppo.
Nel frattempo seguì la famiglia a Padova dove, seguendo le orme paterne, compì gli studi universitari di farmacia e iniziò l'attività professionale.
Nel 1956 s'impose all'attenzione del mondo alpinistico con "Monte Civetta", in assoluto la prima guida interamente dedicata alla sua montagna. Nel 1970 quindi la sua seconda guida, diventata "Civetta-Moiazza" per la collaborazione di Giovanni Angelini, che ristabiliva la naturale unità orografica. Anche questa (Tamari edizioni), poi ristampata nel 1984, fu la prima e resta ancor oggi l'unica a descrivere in modo sistematico il gruppo nella sua interezza. Dal Bianco ha collaborato con varie riviste del Cai. Era socio della sezione agordina del Cai dal 1943 e del Gism.

indietro