sabato 10 ottobre alle ore 17

alla libreria Pangea
Sergio Frigo presenta il libro

"I luoghi di Mario Rigoni Stern" 

edizioni Mazzanti


Pochi scrittori sono rimasti fedeli alla propria terra come Mario Rigoni Stern: ritornato dalla prigionia nel 1945, non ha mai voluto staccarsene, e - raccontandola nella stretta relazione fra natura e storia che in essa si è intrecciata – ha contribuito a definirne l’identità e i contorni, aprendone i confini al vasto mondo, che, pur nelle sue molteplici diversità, lo scrittore avvertiva come "compaesano". Ancor oggi, a sette anni dalla sua scomparsa, sono numerosi i lettori che vengono ad Asiago per seguire le suggestioni della sua opera, per cercare di catturare – immergendosi nel suo territorio, oltre che nei suoi libri – tracce della sua saggezza e della sua alta coscienza morale.
Non per questo, però, Rigoni Stern si può definire uno scrittore "stanziale": la sua vita, anzi, è stata caratterizzata da un grande vitalismo - un andare, un venire, un incontrare genti, un perlustrare i sottoboschi della geografia e della storia - che ha connotato in profondità ogni riga della sua opera. E nella sua appartenenza al "locale" ha saputo incarnare l'anima di tutta la montagna, anzi di tutte le periferie del nostro mondo, diventando uno degli interpreti più autorevoli e universali del rapporto fra uomo e natura, oltre che tra storia collettiva e memoria personale e di comunità.
Ma le trame dei suoi romanzi, lo sfondo su cui si dipanano tutti i suoi libri, persino le scarne psicologie dei suoi protagonisti, si definiscono soprattutto nell’atto del tornare "a baita". Egli scrive infatti in "Che magro che sei, fratello", il racconto del ritorno dalla prigionia: "Anche i passi che lo avevano allontanato erano passi per arrivare (...) Era anche convinto, chissà perchè, che solamente a piedi, con le sue gambe, poteva arrivare".

Un'applicazione e una guida
E' a partire da queste considerazioni che nei mesi scorsi, nell'ambito del progetto europeo "Rural Emotion", abbiamo realizzato con il Gal Alto Vicentino e il Comune di Asiago un'applicazione intesa a guidare i lettori sui passi dello scrittore, tramite la geolocalizzazione di 25 itinerari a lui cari e di un'ottantina di altri luoghi, dentro e fuori l'Altopiano. Sono i luoghi in cui egli ha ambientato i suoi libri, che lo hanno visto giocare bambino, crescere e partire per la guerra, diventare scrittore di successo, cantore della montagna e della natura, infine interprete più autentico delle terribili lezioni della storia del XX secolo e del desiderio di giustizia e di pace che essa ha depositato nel cuore dell’uomo. Ci hanno confortato nell'impresa le sue stesse parole, consegnate al suo biografo Giuseppe Mendicino: "Sarebbe bello che un giorno, leggendo un mio racconto, qualcuno potesse individuare il luogo e provare i miei stessi sentimenti e le mie stesse sensazioni"; e al tempo stesso ci ha spinto l'ambizione di spingere alla lettura chi ama camminare, e a camminare chi ama leggere, nella convinzione che le due azioni quando sono intimamente legate producono i frutti migliori.