domenica 11 dicembre alle ore 17,00

alla libreria Pangea
Adriano Cassin presenta

"Incredible India!"  

«Il racconto di un viaggio fatto di sguardi, sentimenti e fotografie.»


Dormivo e sognavo che la vita era gioia.
Mi svegliai e vidi che la vita era servizio.
Volli servire e vidi che servire era gioia.
     Rabindranath Tagore – Servire è gioia

Sono partito l'8 settembre da Milano per l'India del Nord e sono tornato in Italia il 23 settembre. E' stato un meraviglioso ed impegnativo tour di quattordici giorni nella terra dei Maharaja in compagnia di mia moglie Raffaela, inguaribile viaggiatrice ed esperta Agente di Viaggio, ed ad altri tredici suoi colleghi. Abbiamo attraversato il Rajasthan, l'Uttar Pradesh e il Madhia Pradesh alla scoperta di città antiche, di templi fantastici, di fortezze enormi, di laghi splendidi, di villaggi etnici dispersi nel deserto del Thar, di onnipresenti e saporitissimi cibi speziati, delle residenze dei Maharaja trasformate in lussuosi Hotel. Abbiamo visto il Taj Mahal, il mausoleo islamico più famoso dell'India e solo dopo, verso la fine del viaggio, siamo arrivati a Varanasi, la città sacra Indù.
Durante il percorso ho visto ciò che circondava il bello e l'opulenza, l'arte e la storia; ho pianto per compassione e per il senso d'impotenza di fronte ad una miriade di mani tese di bambini, di donne e di uomini ai margini e in mezzo alle strade e ovunque; ho chiuso gli occhi dopo aver visto animali di ogni tipo per strada, sentito i loro lamenti e visto le loro ossa emergere dalle carni; ho visto i corpi sacri delle mucche riposare eternamente in mezzo alle autostrade larghe quanto una nostra statale o forse meno; ho visto mandrie ostacolare e rallentare il nostro andare in pullman, allungandone i tempi di percorrenza di ore; ho visto tori pericolosi a causa di uomini incauti, girare per le strade liberi come le vacche sacre, lasciate al loro destino; ho visto il tramonto e l'alba a Varanasi, la città dove vanno a morire gli Induisti, osservando da vicino le cremazioni a cielo aperto, di notte e di giorno; ho visto le abluzioni del mattino dei viventi del luogo, in un acqua torbida e inquinata all'inverosimile, in grado di guarire e purificare l'uomo di fede. E poi, con i voli Varanasi-Nuova Delhi e Nuova Delhi-Roma e il treno Roma–Padova, siamo ritornati a casa.
Al ritorno, passeggiando per la città patavina, ero immerso in una sorta di Silenzio; ancora oggi non riesco a fotografare la vita cittadina come facevo prima di partire, divertendomi. Ora quello che mi attrae sono la bellezza del cielo e dell'arte che ci circonda e sorrido, mentre quando osservo la vita delle persone intorno a me, non fotografo. È come se una parte di me fosse andata, per lasciare spazio ad altro me rinnovato, più profondo e vero. Quando da quel Silenzio è nato l'impulso a passare all'azione e ho realizzato di ritornare nell'India del Sud, dove vive il bambino che adottai otto anni fa, con un senso di missione e un progetto personale di Servizio, la gioia, peraltro enorme, ha fatto capolino nel mio Cuore; e la Gioia e la misura della Verità (Rabindranath Tagore).

Adriano Cassin da più di 20 anni è Sviluppatore di organizzazioni (Aree Commerciale, Marketing e Comunicazione), Formatore e Ricercatore interiore.
Come libero professionista da due anni progetta e tiene percorsi formativi sulla Fotografia come Processo Creativo ed è ideatore e responsabile del progetto-laboratorio Make A Photo.
Come fotografo predilige il Reporting, il Reportage e la Street Life e ha un stile che definisce sincero e realista, talvolta ironico ma sempre costruttivista.
Il viaggio in India, compiuto nel mese di settembre con la moglie Raffaela, lo ha convinto ad attivarsi in prima persona per far conoscere la realtà del Paese e per aiutare i bambini, in particolare quelli della Daddy's Home di Vijayawada in Andhra Pradesh nel Sud dell'India, dove vive il suo adottato a distanza con la Care & Share Italia Onlus.