sabato 6 aprile alle ore 18,00

alla libreria Pangea
La Chiave di Sophia #8

"L’incontro con l’Altro tra diritti, libertà e culture"  

intervengono
Elena Casagrande, direttrice editoriale La Chiave di Sophia
Gaia Ferrari, autrice
Giorgia: autrice
locandina

Pensare quell’alterità che risiede in noi, ma che abita anche al di fuori, è necessario affinché si realizzi una comunità basata sul riconoscimento soggettivo e sull’umanesimo della relazione Io-Tu.

"Cavalcare la paura è più semplice che spiegare razionalmente come il fatto di togliere diritti non avvicini l'obiettivo di una società pacifica"
Antonio Marchesi, presidente Amnesty International - Italia

Non possiamo pensarci senza l’altro. Il nostro esistere richiede necessariamente la presenza dell’altro affinché possa essere completo e possa realizzarsi. Ne deriva che per esistere in modo più completo il soggetto deve, come sottolineato da Paul Ricoeur, distogliere lo sguardo da se stesso per rivolgerlo verso ciò che è fuori da sé. Ciò implica un abbandono dell’egoismo in funzione della creazione di uno spazio di dialogo e confronto grazie al quale l’Io e il Tu diventa un Noi. Vedendo l’altro, riconoscendo il suo esistere e comprendendo l’altro, posso comprendere e vedere in modo più completo me stesso. Ecco perché noi siamo solo se l’altro è.

Se consideriamo invece il rapporto di alterità come apertura all’altro – da qui si costituisce la premessa alla nostra ricerca – dobbiamo rievocare una dimensione essenziale dell’umanità che era stata cancellata nella filosofia a partire dal Medioevo, ossia la concezione dell’uomo come soggettività che è strutturalmente in relazione. In questa direzione si inseriscono le riflessioni di Lévinas e Paul Ricœur: essi, sostenendo che l’uomo è soggetto di relazioni, riprendono una figura di libertà a lungo tempo dimenticata nel pensiero occidentale, la quale aprirebbe la possibilità di superare il conflitto: la libertà di relazione. In opposizione alle filosofie che hanno posto al centro l’io assoluto, per la prospettiva lévinassiana e ricœuriana l’uomo viene detronizzato, decentrato dalla sua autonomia e autoreferenzialità, in quanto è posto fin da principio in relazione con l’alterità; si profila che l’io può giungere a se stesso grazie alle relazioni, poiché solo in questo modo è possibile la sua autentica crescita e il perfezionamento della sua libertà, la quale si scopre originariamente legata alle differenze.

Obiettivo della nuova ricerca de La Chiave di Sophia, sè dunque quello di ricordare l’importanza di uno sguardo che sia innanzitutto proiettato fuori da noi stessi e in secondo luogo che sia più attento alla pluralità di “altri” che vivono uno spazio vitale nostro (e dunque loro, nostro) potenzialmente più creativo, aperto, completo, diversificato, ampio e consapevole; questo a nostro stesso beneficio, definendo così le potenzialità ma allo stesso tempo i limiti che una tale relazione tra l’io e l’altro può portare.