venerdì 20 marzo alle ore 18,00

alla libreria Pangea
Giuseppe Pavone presenta il libro fotografico

"Punti di fuga"  

la mostra sarà visitabile fino al 2 aprile
locandina

Punti di fuga è un viaggio nel paesaggio italiano attraversato dalla Ferrovia. Il volume raccoglie una selezione delle migliaia di scatti che l’autore ha realizzato dai finestrini dei treni percorrendo l’Italia in lungo e in largo sulle carrozze delle Ferrovie dello Stato.

… Un paesaggio visto dinamicamente, che non può essere contemplato con lo spirito del turista, che può sostare e scegliere quel che gli interessa, ma che nasce da uno sguardo, per così dire, in fuga, che pur volendo osservare deve cogliere la finestra temporale che gli consente di intravedere qualcosa di significativo e lontano tra gli elementi fermi del suo scompartimento e quelli, all’esterno, in movimento”. …Il dialogo tra il primo piano sfumato e la nitidezza all’orizzonte sottolinea che il nostro vedere è sempre relativo…Non è immediata la riflessione che il paesaggio non è affatto in fuga, e che in realtà è il fotografo con la sua camera che viene “mosso” dal treno che lo ospita… (Enzo Velati)

…Ciò che della fotografia scompare diventa effetto pittorico, restituendo degli elementi ( terra, cielo, alberi, case) la loro componente formale, cromatica, luministica...E’ una fotografia quella di Pino Pavone che trasforma la materia rendendo liquido ciò che è solido e viceversa. Non bisogna perciò attendersi una lingua di mare contornata dalla spiaggia se il titolo è “costa adriatica nei pressi di Fano” perché ciò che resta di quel mare e di quel cielo sono vibrazioni luminose che restituiscono alla fotografia il suo potenziale evocativo. La metamorfosi della forma e dello spazio è il vero soggetto di queste immagini che rimandano all’illusorietà della visione. Nella sequenza proposta si possono analizzare le tante variabili sul tema: alberi che svaniscono lasciando sul foglio la scia della loro fugace apparizione, notturni sciolti nei colori che fanno la notte, case ridotte a fasci di luce. Il mosso induce una riflessione su come la fotografia, tutt’altro che bloccare istanti e renderli eterni, possa essere adoperata per sintonizzarsi con il moto perenne dell’universo. L’illusorietà della percezione che questa fotografia svela riguarda, dunque, non solo la forma, la materia e lo spazio, ma il moto e il tempo e lo fa attuando continue alterazioni percettive....La realtà creata dalla fotografia familiarizza con la dimensione del doppio in cui l’interno si fonde con l’esterno e il riflesso alla visione che la trasparenza del vetro rende possibile…(Anna D’Elia)

….A Castiglion Fiorentino di sera sull’oscuro del cielo al tramonto una lampada della carrozza si riflette come una luna…Tra Orvieto e Terni un paesaggio con cipressi verde, giallo, marrone e azzurro fa pensare a Corot o ai Macchiaioli….Ma il viaggio è lungo e intrigante. Ogni pezzo di paesaggio è un pezzo di vita che fugge, forse per non ritornare, mentre i toponimi anche si rincorrono, in una identità rafforzata dal viaggio in ferrovia con le sue innumerevoli e fuggevoli tappe... (Dino Borri)

Giuseppe Pavone (Bari, 1955), ingegnere, si occupa di fotografia di paesaggio. Ha pubblicato diversi libri tra cui Ferrovieri e immagini, 2002; Sguardi oltre, 2003; Viaggio parallelo, 2005; Lavori in corso, 2006; La luce del paesaggio, 2011; Un racconto dei luoghi, 2012; Herbarium, 2016. Fondatore del Centro Ricerche per la Fotografia Contemporanea, dal 2005 conduce un’organica ricerca sul territorio e le sue trasformazioni, con particolare attenzione alle periferie.