Tre scrittrici jugoslave, ovvero: una macedone, una croata e una slovena, pubblicate nel 2019 dalla casa editrice Bottega Errante di Udine (collana Estensioni).
Tre perle letterarie, tre libri "al femminile" - Rumena Bužarovska, Slavenka Drakulić, e Bronja Žakelj.

(Avremmo voluto ospitarle a Padova a marzo, ora attendiamo i tempi migliori. Nel frattempo, possiamo immergerci nella lettura di questi libri, viaggiando nel tempo e nello spazio, ma restando a casa.)

Mio marito
Autore: Rumena Bužarovska
Traduttrice: Ljiljana Uzunović
Collana: Estensioni / 12
Anno: 2019
Formato: 13×20
Pagine: 176
Un pessimo poeta, un ginecologo artista, un padre dall’amore opprimente, un marito che dà la colpa ai geni della moglie per il comportamento ignobile del figlio, un coniuge fedifrago, un partner impotente, un marito deceduto… Le figure maschili di queste undici spietate storie sono raccontate da donne forti e fragili allo stesso tempo e rivelano relazioni piene di autoinganno, vanità e ipocrisia dove viene messo a nudo il rapporto conflittuale, complesso, a volte grottesco, altre volte violento e melodrammatico, fra donne e uomini.
"Rumena Bužarovska con Mio marito costruisce, per dirla con Virginia Woolf, una stanza tutta per le donne, protagoniste per nulla idealizzate nei suoi racconti, ma imperfette, talvolta rancorose, incattivite: "Proprio per questo alcune femministe hanno criticato il mio libro", racconta la scrittrice. Sono donne vittime di una generale incomunicabilità, e non solo nei confronti dei mariti, ma anche delle madri, delle amiche, dei figli: "Sono circondate da rapporti disfunzionali. L’amore, per come la vedo io, nella società patriarcale si traduce in schiavitù per la donna".
Per la scrittrice è possibile cambiare le cose, ripartendo dall’educazione, dall’istruzione, dalla cultura, dalla letteratura. "Ogni testo dopotutto è politico, non esiste a mio avviso letteratura che non sia politica, semplicemente perché riflette un contesto storico e sociale, reale o di finzione che sia", afferma."
[tratto da:
www.balcanicaucaso.org/]

Rumena Bužarovska, autrice e traduttrice letteraria dall’inglese al macedone. Ha tradotto autori come J.M. Coetzee, Lewis Carroll, Truman Capote, Charles Bukowski e Richard Gwyn. Nel 2016 è stata selezionata come una delle Dieci Nuove Voci d’Europa da Literary Europe Live, iniziativa della piattaforma letteraria Literature Across Frontiers. Nel 2017 ha vinto il premio regionale Edo Budiša conferito dalla regione Istria in Croazia ed è la vincitrice della sessione autunnale 2018 nell’ambito del programma internazionale di scrittura presso l’Università dello Iowa. È co-fondatrice e co-organizzatrice dell’evento letterario femminile PeachPreach in Macedonia e conduce un programma radiofonico dallo stesso nome. È professoressa associata di letteratura americana presso l’Università Statale di Skopje.

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Mileva Einstein Teoria sul dolore
Autore: Slavenka Drakulić
Traduttrice: Estera Miocić
Collana: Estensioni / 10
Anno: 2019
Formato: 13×20
Pagine: 216
Mileva Marić nacque in Serbia nel 1875 da una famiglia benestante. Completò a pieni voti gli studi superiori, prima donna ammessa al ginnasio reale di Zagabria. Nel 1894 entrò al Politecnico di Zurigo, ancora una volta unica donna della sua classe. È qui che incontrò Albert Einstein, più giovane di lei di 4 anni, di cui divenne moglie e da cui ebbe tre figli. Facendo riferimento a elementi biografici, Slavenka Drakulić, una delle massime scrittrici europee, scrive un romanzo sulle circostanze che hanno portato questa donna dal talento straordinario e dal grande fascino, a rinunciare a se stessa.
"Slavenka Drakulić si immerge così profondamente nel personaggio di Mileva Einstein da dare voce a tutte le donne che hanno lottato contro il patriarcato, rimanendone comunque vittime. La malattia mentale, altro grande tema del romanzo, è qui raccontata con tale lucidità chirurgica da trasfondere nel lettore l’angoscia di chi sente d’essere diverso, senza però comprenderne le reali motivazioni.
Mileva Einstein è sì una biografia romanzata, che scorre veloce e avvincente, ma è soprattutto una lettura importante, una denuncia che vuole fare giustizia e ridare dignità a una donna che è stata sicuramente parte fondamentale di grandi scoperte scientifiche."

[tratto da: mileva-einstein]

Slavenka Drakulić, scrittrice, giornalista e saggista di fama internazionale. In Italia è nota sin dagli anni Novanta grazie alla pubblicazione di alcune sue opere sul mondo comunista e post-comunista Balkan Express e Caffè Europa (Il Saggiatore), nonché di romanzi come Pelle di marmo (Giunti), Il gusto di un uomo (Il Saggiatore), Come se io non ci fossi (Rizzoli), Il letto di Frida (Elliot), L’accusata (Keller). Nel 2004 l’autrice ha ricevuto il premio Award for European Understanding della Fiera del libro di Lipsia. Nel 2021 uscirà sempre per Bottega Errante Edizioni il romanzo Dora e il minorauro. La mia vita con Picasso. Vive in Svezia e in Croazia.

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Il bianco si lava a novanta
Autore: Bronja Žakelj
Traduttore: Michele Obit
Collana: Estensioni / 11
Anno: 2019
Formato: 13×20
Pagine: 280
La voce candida e ironica di Bronja Žakelj ci racconta di una perdita, spartiacque che cambia tutto, rivoluziona una vita intera, rende fragili le certezze. E ci racconta anche la storia di una lotta feroce per sopravvivere al cancro, di come si superano le paure e di tutto quello che non vogliamo vedere fino a quando, inesorabilmente, ci sbattiamo contro. Sullo sfondo gli anni Settanta e Ottanta, la televisione che ci mostra il mondo, le Olimpiadi invernali e la sensazione che qualcosa stia per cambiare per sempre.
"Io so che la tristezza, come il dolore, disturba, e che non è appropriato mostrarla in giro a voce troppo alta e troppo a lungo. Perlomeno non dove possono vederla tutti. Perlomeno non dove può portare inquietudine. E non dove significa sconfitta. La sconfitta di fronte all’illusione che, nonostante tutto, va tutto bene, e la sconfitta di fronte alla stessa morte. Perché quando piangiamo quelli che se ne sono già andati, la morte, esattamente come quando si dice “cancro”, ci colpisce con tutta la sua forza. E quando colpisce, tutte le nostre speranze si spengono nell’oscurità, attraverso cui non riusciamo a veder nulla." (pag. 233)
Scritto in prima persona, in forma diaristica, il romanzo è un lungo monologo in cui la protagonista si rivolge alla madre; una forma letteraria difficile da padroneggiare ma che, se ben condotta, permette di sviluppare una profonda introspezione sentimentale.
[tratto da: ilmestieredileggereblog.com]

Bronja Žakelj, laureata in giornalismo, ma il suo amore per la scrittura è scomparso da qualche parte tra le righe di articoli per riviste e le redazioni dei quotidiani. Ha trovato il suo primo lavoro nel marketing e oggi lavora nel settore bancario. Quando ha visto che nel mondo della finanza non c’era molto spazio per la creatività e il suo amore per la scrittura non era mai stato completamente dimenticato, ha deciso che era giunto il momento di scrivere il suo primo libro. Il bianco si lava a novanta è stato pubblicato con grande successo nel settembre 2018 e da allora è stato ristampato già sette volte.

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